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Interno della Chiesa

Good News

C’è posto anche per te

Miei carissimi, sono davvero felice di incontrarvi anche attraverso questo nuovo mezzo di comunicazione che ho tanto desiderato.
Il tema di questo primo numero del giornalino parrocchiale è la Missione. Papa Francesco sostiene che la missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è passione per la gente. Nel comando di Gesù: “andate”, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa. In essa, tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo con la testimonianza della vita: in modo speciale ai consacrati è chiesto di ascoltare la voce dello Spirito, che li chiama ad andare verso le grandi periferie della missione, tra le genti a cui non è ancora arrivato il Vangelo.

Osservate questa bella assonanza: messa e missione hanno la stessa radice etimologica, derivando entrambe dal latino missio: mandato. La missione indica l’atto del mandare. La messa é il prodotto della missione, ciò che è mandato. La missione di Gesù, cioè il motivo per cui il Padre invia il suo Figlio nel mondo, è rendere l’umanità partecipe della messa e della comunione con Lui. Ecco perché diciamo che andiamo a comunicarci, quando vogliamo accostarci all’Eucarestia per entrare in questo rapporto speciale dove Dio si comunica e noi ci comunichiamo a Lui. E quando ci chiede di “fare questo in memoria di” Lui, ci sta solo chiedendo di comunicarlo agli altri.

Il nostro giornale nasce da questo Spirito, che è spirito di missione, cioè di comunione con Dio. Vogliamo raccontarvi tutto ciò che avviene nella nostra Comunità per rendervi partecipi della grazia di Dio, che è multiforme e imprevedibile. E per farlo, abbiamo dato voce a tutte le realtà della parrocchia, perché ognuno, leggendo, possa trovare il suo posto e sentirsi a casa.

Per questo, il tema dell’anno pastorale che abbiamo scelto è: “C’e posto anche per te”. Non ci importa cosa fai, perché sappiamo già chi sei: FIGLIO AMATISSIMO DI DIO. Benvenuto a casa!

il Parroco don Domenico D'Alia

LOVE IS OUR MISSION
I discorsi americani di Papa Francesco

A qualche settimana dal viaggio in America, le parole di Papa Francesco continuano a scuotere i fedeli. LOVE IS OUR MISSION ne è stato lo slogan. Il cuore del viaggio è la famiglia intesa come vocazione, una missione: “La famiglia ha la carta di cittadinanza divina, perché nel suo seno crescano sempre più la verità, l’amore e la bellezza”. Essa è un’autentica chiesa domestica, urlo che lascia un’eco notevole in America, patria della disgregazione dei valori cristiani.

Bergoglio descrive quella moderna come un centro commerciale, asettico, fatto di apparenza ma poca sostanza, mentre la famiglia di ieri la bottega di quartiere, dove regnano l’amore, la fiducia e la disponibilità. Senza la famiglia mancano le reti fondanti della società, dice il Pontefice. Ci protegge da due fenomeni da cui la nostra società è minacciata: la frammentazione e la massificazione. Essa è scuola di umanità, sede della nascita dei valori della comunione della relazionalità.

La migliore eredità da lasciare al mondo per il futuro? La famiglia! Non ne esiste una perfetta, ma questo non è un vincolo che ne impedisce la sopravvivenza. “Dio ci stimola all’amore e l’amore sempre si impegna con le persone che ama. Per questo, abbiamo cura delle nostre famiglie, vere scuole del domani. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri spazi di libertà. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri centri di umanità”.

L’interculturalità è stato un altro dei perni del viaggio pontificio. Francesco invita i fedeli ad una missione: l’accoglienza verso gli emarginati. Chiede di aiutare il prossimo nella sua debolezza, ma soprattutto nel suo essere figlio di Dio. Ancora una volta il Pontefice provoca, con delicatezza, l’opinione pubblica toccando uno delle problematiche più (im)popolari del momento: l’immigrazione, anche quella clandestina. Gentiloni, attuale ministro degli esteri, afferma: “Papa Francesco è il pontefice della globalizzazione e della misericordia”.

Alessia Vinella

Batti il cinque con Dio!

Come si poteva iniziare al meglio il nuovo anno catechistico se non con una bellissima festa? Questo è quanto successo sabato 3 ottobre a San Pietro Piturno nei locali della chiesa. Durante questo incontro, i bambini e i catechisti si sono ritrovati per un momento di preghiera e di ringraziamento a Dio; in seguito, i giovani hanno animato una scenetta con protagonisti due bambini vivaci, un diavoletto e un prete “esagerato” che, alla fine, ha accolto i fanciulli nella sua Chiesa.

La festa è proseguita con i classici giochi all’aperto e le attività con le tempere, tra le quali la più significativa, è stata quella di mettere la propria mano su un cartellone intitolato “Batti il cinque con Dio!”: è venuto fuori un pomeriggio di spensieratezza e di allegria, accompagnato da un sole magnifico. Inoltre, non è mancato un momento di condivisione, offerto dai catechisti, per rifocillare dopo tanto divertimento i bambini, che hanno compreso di “non sentirsi inutili agli occhi di Dio, perchè Lui ama chiunque allo stesso modo!”.

Davide e Federica Amati

Anno pastorale nuovo, gruppo parrocchiale nuovo!

Quest’anno il gia’ variegato panorama dei gruppi parrocchiali si arricchira’ di un volto nuovo: il “ Gruppo Missionario s. Gaspare “ .

In passato, la realta’ delle missioni all’estero dei nostri missionari è stata resa nota attraverso pesche di beneficenza e il mercatino missionario. Questa volta, invece, il gruppo ha una sua identita’ e si prefigge di far conoscere in maniera più dettagliata i progetti sanitari, idrici e scolastici che si realizzano in terra di missione, insieme alle adozioni a distanza e all’organizzazione di campi di lavoro.

Il gruppo e’ in formazione ed è alla ricerca di persone che abbiano una particolare sensibilita’ per le missioni all’estero. Chiunque voglia condividere insieme questo cammino può rivolgersi a Franco e Dolores, che sono a disposizione per darvi informazioni piu’ approfondite.

Franco e Dolores Campanella

Salvate il soldato Ryan

Seconda guerra mondiale: una madre riceve nello stesso giorno, la notizia della morte di tre dei suoi quattro figli su diversi fronti della guerra. Il comandante Marshall dà ordine che il quarto fratello, Ryan, sbarcato in Normandia, venga rintracciato e portato a casa.

Sarà il capitano Miller (Tom Hanks) insieme a sette uomini scelti da lui, ad eseguire la missione, la quale sarà portata a termine dalla squadra, non senza martirio. Tutti si sacrificheranno nell’impresa con l’obiettivo di salvare un solo uomo, così come duemila anni fa un solo “Uomo” si è sacrificato per salvare noi.

Si può notare come ogni essere umano abbia un compito nella propria vita e come non ci siano limiti (neanche la morte!) nel realizzarlo; Dio ci ha riservato un disegno: la nostra missione è capirlo, accettarlo e compierlo.

E tu, nella tua vita hai compreso qual è la tua missione? Sei consapevole che potrebbe comportare sacrifici o preferisci accontentarti di sopravvivere? Scegli, VIVI!

Gianfranco Dalena e Giovanni Delfine

Pilau: un tuffo nella gastronomia della Tanzania

Nei giorni di festa la popolazione della Tanzania cucina il “Pilau”; di origini indiane, la ricetta base prevede l’utilizzo di solo riso e spezie. A piacere è possibile aggiungervi carne di manzo e verdure, come piselli e carote.

Ingredienti (per 4 persone):
  • 1 tazza di riso basmati
  • 1/2 tazza di latte di cocco
  • 1/4 di tazza di cipolle tritate
  • 1 cucchiaio di aglio tritato
  • 1 cucchiaio di “pilau masala” (mix di spezie)
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 2-3 tazze di brodo di pollo o vegetale
Preparazione
Soffriggere la cipolla in una casseruola con l’olio e quando questa è dorata, versare il riso e farlo brillare; aggiungere l’aglio e il “pilau masala” e mescolare per qualche minuto.
A parte, mescolare il latte di cocco con 1/2 tazza di brodo e aggiungerlo al riso; far cuocere per alcuni minuti e versare il restante brodo. Mettere il composto in un tegame e infornare a 180° per 20 minuti circa.
Far raffreddare sgranando i chicchi con una forchetta, impiattare e servire.

Eleonora Satalino

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